“Om Gum Ganapatayei Namaha”, il mantra che rimuove gli ostacoli

Se il nostro stato interiore è unificato con il nostro desiderio tutto diventa possibile e realizzabile.

Troppo spesso invece intercorrono ostacoli esterni, come i giudizi di altre persone o la mancanza di tempo che ci impedisce di meditare ogni giorno, o ostacoli interni come le nostre emozioni, i modelli di pensiero, le paure, il  senso di limitatezza o inadeguatezza,  che si frappongono tra il nostro desiderio e la realizzazione di questo.

Il mantra “Om Gum Ganapatayei Namaha” è tradizionalmente cantato dare inizio a nuovi impegni o progetti con energia positiva e per rimuovere gli ostacoli nel nostro corpo fisico e astrale.

Il mantra viene ripetuto per il numero magico di 108 volte . Se viene cantato con il giusto pranayama (respirazione ritmica ) e con sincera devozione e fiducia , produrrà buoni risultati.

Si dice che gli spiriti maligni non osino entrare nella casa o nella mente del devoto , che recita questo mantra a Ganesh .
Attenzione però, perchè occorre saper riconoscere quelli che sono i risultati: non è detto che  la recitazione del mantra ad esempio, possa prolungare una relazione che è terminata o un lavoro che non può o non deve più essere portato avanti, ma potrebbe aiutare invece a trovare nuove soluzioni, nuovi rapporti o lavori più appaganti. Aiuta quindi a superare gli ostacoli che vi impediscono di riconoscere le soluzioni alternative.

Qui potrete trovare il mantra cantato da Muz Murray (Ramana Baba), Mantra yoga master


Lo yoga migliora la qualità della vita a 360°

yogaLo yoga non solo può essere utile nel ridurre il dolore, soprattutto se cronico, ma è in grado di migliorare in modo significativo anche la qualità della vita in generale. Uno studio qualitativo sugli effetti dello yoga su pazienti affetti da dolore cronico ha evidenziato come questa pratica migliori la qualità della vita a 360 gradi. I partecipanti hanno riferito di sentirsi più in equilibrio, di essere pùi consapevoli di sè e del proprio corpo, di essere capaci di resistere maggiormante a situazioni di stress, di provare meno dolore  e di  sentirsi in grado di affrontare meglio le situazioni difficili della vita.

A condurre questo studio  sugli effetti dello yoga su pazienti con dolore cervicale cronico, sono stati alcuni ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna e Integrativa della Facoltà di Medicina  dell’ Università di Duisburg-Essen,   Gerhard Kienle Chair of Medical Theory, Integrative and Anthroposophic Medicine
I risultati completi sono stati pubblicati sul The Journal of Alternative and Complementary Medicine.

I risultati finali hanno mostrato che, come riferito dai partecipanti, vi erano stati cambiamenti su più dimensioni dell’esperienza umana. A livello fisico, ad esempio la maggioranza dei partecipanti ha riferito una maggiore  consapevolezza del proprio corpo, sia durante la pratica yoga che nella vita quotidiana.
A livello emotivo, invece, hanno notato una maggiore accettazione del dolore e nei confronti dei pesi della vita.
Socialmente, hanno sperimentato una rinnovata partecipazione a una vita attiva, che era stata intaccata dalla condizione patologica.

Ancora una volta, dunque, lo yoga ha dimostrato di essere una disciplina che può offrire molto a tutte le persone, e soprattutto a quelle che hanno problemi di salute, sia mentale che fisica.

—————-

fonte:

http://www.lastampa.it

Qual’è la pratica avanzata?

E’ pratica avanzata ogni movimento che ci porta più vicino al riconoscimento del nostro vero sè ( frase tratta dal libro “Lo yoga nella vita” di Donna Farhi).

Con questa definizione si può ben comprendere quanto ciò che nello yoga viene definito come  avanzato non  possa essere misurato con qualità o intensità, o come capacità o incapacità di raggiungere e mantenere posizioni difficili. Saper fare pratiche difficili e ardue non è certo prova di aver raggiunto realizzazioni profonde, anche se tramite tali pratiche è comunque possibile arrivarci.

Vivere il senso più profondo dello yoga  ci aiuta a provare un immenso piacere ad aprire anche solo le dita di una mano, a muovere impercettibilmente una piccola parte del nostro corpo, a percepire le piante dei piedi radicate a terra, ad assaporare la sensazione di leggerezza quando  in piedi riusciamo ad allinerare il nostro corpo verso l’alto. Non più sforzo, desiderio di raggiungere un traguardo, ma una distensione, un abbandono totale, dal quale l’attenzione si può propagare dentro di noi affinando col tempo la vista e l’udito interiori e amplificando anche la più sottile risposta fisica. Il segreto è accondiscendere, muoversi in sintonia con il corpo e non contro di esso. Invece di governare il corpo come se fosse una entità separata dal resto, ricollocare la mente al suo interno ci permette di ascoltare le informazioni non verbali e non intellettuali. Nel momento in cui diamo piena attenzione a ogni respiro e a ogni movimento, così come a ogni più sottile sensazione, allora il corpo  e la mente diventano tuttuno . In questo modo possiamo iniziare a sentire quanto ciò che pensiamo, sentiamo o immaginiamo sia in intima relazione con il nostro corpo fisico. In questo modo iniziamo a sperimentare uno stato di unificazione invece che di separazione. Questo è quello che distingue una pratica avanzata di yoga dal semplice stretching.

La consapevolezza che nasce dalla pratica Yoga

In Occidente siamo abituati a considerare il nostro corpo come un oggetto, che va controllato e comandato, come se questo fosse una entità separata da noi. Quando  il nostro corpo diventa un “esso”,  cioè noi siamo qualcuno che fa qualcosa a/per qualcun’ altro, noi viviamo in uno stato di dissociazione cotinua.

La costante e ossessiva attenzione  della nostra cultura, dei media e della società, in generale concentrata solo sull’apparenza superficiale del corpo, ci impedisce poi di sviluppare una consapevolezza interiore più sottile.

Nella pratica di un’Asana,  invece di governare il corpo come entità separata, impariamo ad entrare  in una prospettiva interiore di ascolto profondo dove possiamo sentire anche  le informazioni non verbali, non intellettuali che normalmente non siamo  neppure coscienti di avere.

Mentre nella nostra vita quotidiana siamo abituati   a guardare ad esempio  la tv mentre cuciniamo, a leggere mentre pensiamo alla lista della spesa e a non essere mai presenti completamente in quello che facciamo, rinforzando così sempre di più la scissione  fra noi stessi e la nostra saggezza interiore, nello Yoga accade  esattamente l’opposto.

Poichè impariamo a concentrare la nostra consapevolezza sul momento presente, possiamo sperimentare il movimento insieme al respiro e  alle sensazioni anche più sottili, iniziando a fare esperienza diretta del nostro corpo dall’interno e nella sua globalità.  Riusciamo a sperimentare contemporaneamente ciò che pensiamo, sentiamo e immaginiamo, sperimentando così invece che separazione, soltanto unificazione. Questo è ciò che distingue principalmente lo Yoga dal semplice stretching, per esempio.

La  saggezza orientale ci ricordano infatti che :

“dove lo sguardo segue il movimento, lì si dirige lo spirito, dove si posa lo spirito, si manifesta uno stato d’animo, dove si intensifica uno stato d’animo, nasce la gioia suprema”

o anche :

“Dove va l’ attenzione, là scorre energia. Dove scorre energia, lì va la vita.”